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Legale dei Rea: "La macchina non è quella di Parolisi", lettere d'amore da sconosciute a Salvatore
"La foto agli atti - conclude Gionni a proposito di un'altra prova che a dire della difesa scagionerebbe Parolisi - ritrae chiaramente un'automobile di colore amaranto, non una Renault Scenic, parcheggiata in luogo completamente diverso da quello indicato da Parolisi (in prossimità di una casetta sulla strada principale e non su quella delle altalene). Ciò, oltretutto, alle 15.13, in orario persino compatibile con l'omicidio commesso prima a Ripe".
"Purtroppo, ancora una volta, le affermazioni della difesa di Parolisi non sono vere. Nessun capello è stato trovato sul cadavere di Melania, tantomeno di donna". Così il legale della famiglia Rea, l'avvocato Mauro Gionni, replica ai colleghi che difendono il caporalmaggiore accusato dell'omicidio della moglie. "La formazione pilifera rinvenuta è nera, come i capelli di Melania. L'unico capello diverso non era sul corpo", ha aggiunto Gionni
"L'unico capello di colore diverso, che non sia pelo, di cm 22, di colore castano, è stato trovato non sul cadavere - seguita Gionni - ma, dopo alcuni giorni, il 23 aprile 2011, dai Ris, sulla casetta di Ripe (a 10 cm dalla parte nord e 70 cm dalla proiezione della parete est), non nell'angolo ove è stata commessa la prima parte dell'omicidio (angolo nord-est-lato est). Reperto comunque all'esame dei Ris". Il riferimento è al casotto di legno che si trova al Bosco delle Casermette, il luogo in cui è stata uccisa Melania.
"Sono qui che ti aspetto" oppure "Salvatore ti voglio bene", sono tutte di questo tenore le lettere che Parolisi riceve da parte di sconosciute ammiratrici. A rendere noti gli episodi è stato il quotidiano "il Messaggero". Ovviamente non ci sono conferme ufficiali e queste missive non sono nemmeno bloccate dal personale carcerario perché non sono considerate pericolose. Ma lasciano l'amaro in bocca, soprattutto ai familiari di Melania, sapere che il presunto assassino della propria congiunta arriva ad attirare simpatie e addirittura amori.
E' la storia che si ripete: l'eroe negativo che attira su di sè anche simpatie e sentimenti ancora più forti. Sta succedendo anche a Salvatore Parolisi che nel carcere di Ascoli continua a ricevere lettere d'amore da parte di donne sconosciute. E poco importa se il caporalmaggiore è detenuto perché sospettato di essere l'assassino della moglie, Melania Rea. Intanto i legali di Parolisi affilano le "armi" in attesa dell'udienza col gip
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